- La conversione delle armi austriache dal sistema Console-Augustin
- Articolo di Dario Leonardo Toso
Negli anni tra il 1830 e il 1840 tutti gli eserciti, europei e non, iniziavano prove e sperimentazioni valutative per migliorare il sistema di accensione delle armi da fuoco di dotazione, fino ad allora rigorosamente a pietra focaia.
Il nuovo sistema, quello che si generalizzò rapidamente, era quello a percussione, a “cappellozzo”, o “a pistone”, quello cioè che utilizzava una capsula di rame battuta da un cane solitamente a testa leggermente incavata; l’esercito austriaco, però, scelse un’altra strada, interessandosi al sistema presentato dall’impiegato dell’Ufficio Tributi della Dogana di Milano Giuseppe Console nel 1835, consistente in un cilindretto di rame contenente fulminato di mercurio che, inserito perpendicolarmente alla canna veniva battuto da un’incudinetta percossa dal cane del meccanismo a pietra che al posto della stessa serrava tra le ganasce un pezzo di ferro.
Il nuovo sistema, quello che si generalizzò rapidamente, era quello a percussione, a “cappellozzo”, o “a pistone”, quello cioè che utilizzava una capsula di rame battuta da un cane solitamente a testa leggermente incavata; l’esercito austriaco, però, scelse un’altra strada, interessandosi al sistema presentato dall’impiegato dell’Ufficio Tributi della Dogana di Milano Giuseppe Console nel 1835, consistente in un cilindretto di rame contenente fulminato di mercurio che, inserito perpendicolarmente alla canna veniva battuto da un’incudinetta percossa dal cane del meccanismo a pietra che al posto della stessa serrava tra le ganasce un pezzo di ferro.
Uno dei primi modelli dell'acciarino sistema Console
Questo sistema in realtà era già stato brevettato in Inghilterra da J. Manton nel 1820; era economico e fu valutato degno di considerazione. L’esercito austriaco se ne occupò entusiasticamente, cominciando a trasformare le armi dei Cacciatori, jagerstutzen e jagerkarabiner modello 1807, e certamente sperimentò il sistema anche sui fucili da fanteria, pur mettendo in produzione il fucile modello 1838, progettato mentre veniva adottato il nuovo sistema, ancora con accensione a pietra focaia.
Le modifiche apportate al sistema Console dal Barone Augustin per eliminarne i difetti lo resero più pratico ed efficiente, ma molto più costoso dei contemporanei sistemi a capsula in via di adozione presso tutti gli eserciti d’Europa; nonostante ciò si decise la trasformazione al sistema Console-Augustin dei quattro modelli di fucile da fanteria in uso all’epoca che divennero il modello 1798/40, 1807/40, 1828 e 1838/40.
Complessivamente furono convertiti 80.000 fucili, distribuiti alle truppe dal 1842.
Intanto il Barone Augustin progettava un acciarino che doveva diventare standard per tutti i modelli di armi da fuoco in dotazione, dalle pistole da cavalleria alle carabine dei Cacciatori ai
fucili da fanteria, grazie a un accurato studio sulle dimensioni. Questo acciarino, denominato “piccolo” poiché il modello della trasformazione 1840 veniva definito “grande acciarino Augustin”, fu denominato “modello 1842” e le armi che lo montavano iniziarono ad essere distribuite in numero rilevante alle truppe dal 1847.
Le modifiche apportate al sistema Console dal Barone Augustin per eliminarne i difetti lo resero più pratico ed efficiente, ma molto più costoso dei contemporanei sistemi a capsula in via di adozione presso tutti gli eserciti d’Europa; nonostante ciò si decise la trasformazione al sistema Console-Augustin dei quattro modelli di fucile da fanteria in uso all’epoca che divennero il modello 1798/40, 1807/40, 1828 e 1838/40.
Complessivamente furono convertiti 80.000 fucili, distribuiti alle truppe dal 1842.
Intanto il Barone Augustin progettava un acciarino che doveva diventare standard per tutti i modelli di armi da fuoco in dotazione, dalle pistole da cavalleria alle carabine dei Cacciatori ai
fucili da fanteria, grazie a un accurato studio sulle dimensioni. Questo acciarino, denominato “piccolo” poiché il modello della trasformazione 1840 veniva definito “grande acciarino Augustin”, fu denominato “modello 1842” e le armi che lo montavano iniziarono ad essere distribuite in numero rilevante alle truppe dal 1847.
Testimonianze di rivoltosi milanesi durante le “Cinque Giornate” del marzo 1848 confermano la presenza di numerosi fucili a pietra focaia nelle mani dei soldati austriaci più anziani.In realtà il sistema Console-Augustin non si può certo considerare un successo, sia per l’alto costo dovuto al numero delle parti che lo componevano rispetto al normale acciarino a percussione, sia per la scarsa affidabilità dei cilindretti d’accensione, i celebri “zunder”, che, nonostante il continuo aggiornamento e le sperimentazioni compiute per migliorarne l’efficacia davano comunque una notevole percentuale di mancate accensioni.
L’adozione di un sistema di accensione a capsula era comunque inevitabile: diffuso dall’inizio degli anni quaranta ormai presso tutti gli eserciti del mondo conosciuto assicurava una ben più sicura accensione con un numero irrisorio di “cilecche” rispetto al sistema adottato solamente dall’Impero d’Austria, nonostante una patetica propaganda.
In realtà, in linea teorica, il sistema Augustin garantiva un’accensione più veloce della carica, poiché la fiammata d’innesco aveva un percorso minimo rispetto a quello del sistema a capsula, ma, avendo rinunciato all’impiego del fulminato di mercurio (considerato troppo potente e pericoloso, la cui esplosione disintegrava lo “zunder” proiettando schegge sul viso del soldato), i vari composti usati in alternativa che si susseguirono negli anni non riuscirono mai ad assicurare un’efficienza paragonabile a quella di una capsula.Tra il 1851 e il 1852 si ebbero le prime trasformazioni di carabine da ussaro sistema Console-Augustin, togliendo il cilindretto destinato ad alloggiare lo “zunder”e avvitando al suo posto una conchiglietta portaluminello; il cane veniva modificato e successivamente sostituito con uno adatto a percuotere la capsula, mentre le parti della batteria non più necessarie venivano eliminate ed i fori otturati. Nel 1854 l’adozione da parte dell’esercito imperiale del sistema a percussione divenne ufficiale, e mentre iniziava la produzione di armi del nuovo modello si provvide altresì alla conversione delle armi con sistema Console-Augustin.
Nei documenti ufficiali, come nelle pubblicazioni specializzate dell’epoca non si trova nessun accenno che indichi l’adozione ufficiale di queste armi convertite al sistema a capsula; pure, dal numero di esemplari giunti fino a noi, sia di modelli di armi da Cacciatori che da fanteria sembra evidente che un gran numero di queste furono convertite e certamente usate dai reparti dell’Armata Imperiale.
Il metodo di conversione delle jagerstutzen sembra sia praticamente lo stesso per tutti gli esemplari visti finora, così come quello dei kammerbuchse, salvo poche eccezioni, con varianti di poca rilevanza. Per quello che riguarda
i fucili da fanteria invece le varianti nel metodo di conversione sono più rilevanti; ciò è certamente dovuto al fatto che probabilmente il lavoro di trasformazione veniva eseguito da fabbriche o laboratori artigiani operanti nelle località dove erano stanziati i reparti, a volte notevolmente distanti tra loro, di culture e tradizioni anche estremamente diverse.Il tipo di conversione riscontrato più frequentemente presenta un cane di ispirazione francese, ma con la parte battente più leggera e più arcuata, piegata verso l’interno o dritta in asse a seconda se il portaluminello era saldato sulla parte superiore della canna oppure lateralmente ad essa; se laterale il portaluminello ha generalmente una forma a scarpetta o simile ad una nocciola, avvitato utilizzando la filettatura del precedente cilindretto nel quale si infilava lo “zunder”.
Quando saldati, curiosamente questi pezzi si presentano spesso molto diversi tra loro: a volte praticamente identici a quelli delle armi modello 1854 “sistema Lorenz” ma se ne conoscono anche simili a quelli di stile prussiano o svizzero, a “conchiglia”, grossi e avvolgenti la canna.
Lo stile dei cani cambia notevolmente: oltre al tipo già descritto ve ne sono alcuni ricavati adattando quelli del sistema Augustin (molto più frequenti sulle armi da Cacciatori, però), altri simili a quello del “Lorenz”, altri ancora alla prussiana o che ricordano quelli di armi civili, piccoli e a volte con ricciolo alla sommità della cresta. A volte, pur se di tipo praticamente identico, questi cani sono di dimensioni anche notevolmente diverse tra loro, o con varianti soprattutto nella lunghezza della parte battente.
E’ fuori di dubbio la diffusione di queste armi, che potremmo denominare modello 1842/54 nell’esercito Imperiale soprattutto durante la campagna del 1859, che vide del resto l’impiego di molte armi sistema Console-Augustin affiancate a quelle modello 1854 “sistema Lorenz”; Darko Pavlovic, in una sua opera sull’esercito austriaco dal 1836 al 1866 dice che ne furono utilizzate diverse migliaia, ma non sono note le unità che li ebbero in dotazione. Probabilmente la maggior parte degli storici che descrivono l’armamento austriaco nelle loro opere li identificano con i modelli sistema Augustin senza tener conto delle trasformazioni.
Dal momento dell’adozione ufficiale del sistema a percussione con il modello 1854, i calcoli del Barone von Augustin prevedevano che in un periodo di sei anni tutto l’esercito ne sarebbe stato dotato. In realtà le cose procedettero ben diversamente se nel 1860 il tenente Muller, docente di tecnica delle armi da fuoco presso l’Imperialregia Accademia Militare di Wiener Neustadt, rivelava in un rapporto ufficiale che il nuovo sistema era introdotto completamente presso i Cacciatori, per poco più della metà nella fanteria mentre non lo era affatto tra la cavalleria, ancora dotata totalmente di armi da fuoco sistema Console-Augustin. Purtroppo non è chiaro se il rapporto riguardasse specificatamente le nuove armi modello 1854 “sistema Lorenz” o se comprendesse altresì il nostro modello 1842/54.
L’adozione di un sistema di accensione a capsula era comunque inevitabile: diffuso dall’inizio degli anni quaranta ormai presso tutti gli eserciti del mondo conosciuto assicurava una ben più sicura accensione con un numero irrisorio di “cilecche” rispetto al sistema adottato solamente dall’Impero d’Austria, nonostante una patetica propaganda.
In realtà, in linea teorica, il sistema Augustin garantiva un’accensione più veloce della carica, poiché la fiammata d’innesco aveva un percorso minimo rispetto a quello del sistema a capsula, ma, avendo rinunciato all’impiego del fulminato di mercurio (considerato troppo potente e pericoloso, la cui esplosione disintegrava lo “zunder” proiettando schegge sul viso del soldato), i vari composti usati in alternativa che si susseguirono negli anni non riuscirono mai ad assicurare un’efficienza paragonabile a quella di una capsula.Tra il 1851 e il 1852 si ebbero le prime trasformazioni di carabine da ussaro sistema Console-Augustin, togliendo il cilindretto destinato ad alloggiare lo “zunder”e avvitando al suo posto una conchiglietta portaluminello; il cane veniva modificato e successivamente sostituito con uno adatto a percuotere la capsula, mentre le parti della batteria non più necessarie venivano eliminate ed i fori otturati. Nel 1854 l’adozione da parte dell’esercito imperiale del sistema a percussione divenne ufficiale, e mentre iniziava la produzione di armi del nuovo modello si provvide altresì alla conversione delle armi con sistema Console-Augustin.
Nei documenti ufficiali, come nelle pubblicazioni specializzate dell’epoca non si trova nessun accenno che indichi l’adozione ufficiale di queste armi convertite al sistema a capsula; pure, dal numero di esemplari giunti fino a noi, sia di modelli di armi da Cacciatori che da fanteria sembra evidente che un gran numero di queste furono convertite e certamente usate dai reparti dell’Armata Imperiale.
Il metodo di conversione delle jagerstutzen sembra sia praticamente lo stesso per tutti gli esemplari visti finora, così come quello dei kammerbuchse, salvo poche eccezioni, con varianti di poca rilevanza. Per quello che riguarda
i fucili da fanteria invece le varianti nel metodo di conversione sono più rilevanti; ciò è certamente dovuto al fatto che probabilmente il lavoro di trasformazione veniva eseguito da fabbriche o laboratori artigiani operanti nelle località dove erano stanziati i reparti, a volte notevolmente distanti tra loro, di culture e tradizioni anche estremamente diverse.Il tipo di conversione riscontrato più frequentemente presenta un cane di ispirazione francese, ma con la parte battente più leggera e più arcuata, piegata verso l’interno o dritta in asse a seconda se il portaluminello era saldato sulla parte superiore della canna oppure lateralmente ad essa; se laterale il portaluminello ha generalmente una forma a scarpetta o simile ad una nocciola, avvitato utilizzando la filettatura del precedente cilindretto nel quale si infilava lo “zunder”.
Quando saldati, curiosamente questi pezzi si presentano spesso molto diversi tra loro: a volte praticamente identici a quelli delle armi modello 1854 “sistema Lorenz” ma se ne conoscono anche simili a quelli di stile prussiano o svizzero, a “conchiglia”, grossi e avvolgenti la canna.
Lo stile dei cani cambia notevolmente: oltre al tipo già descritto ve ne sono alcuni ricavati adattando quelli del sistema Augustin (molto più frequenti sulle armi da Cacciatori, però), altri simili a quello del “Lorenz”, altri ancora alla prussiana o che ricordano quelli di armi civili, piccoli e a volte con ricciolo alla sommità della cresta. A volte, pur se di tipo praticamente identico, questi cani sono di dimensioni anche notevolmente diverse tra loro, o con varianti soprattutto nella lunghezza della parte battente.
E’ fuori di dubbio la diffusione di queste armi, che potremmo denominare modello 1842/54 nell’esercito Imperiale soprattutto durante la campagna del 1859, che vide del resto l’impiego di molte armi sistema Console-Augustin affiancate a quelle modello 1854 “sistema Lorenz”; Darko Pavlovic, in una sua opera sull’esercito austriaco dal 1836 al 1866 dice che ne furono utilizzate diverse migliaia, ma non sono note le unità che li ebbero in dotazione. Probabilmente la maggior parte degli storici che descrivono l’armamento austriaco nelle loro opere li identificano con i modelli sistema Augustin senza tener conto delle trasformazioni.
Dal momento dell’adozione ufficiale del sistema a percussione con il modello 1854, i calcoli del Barone von Augustin prevedevano che in un periodo di sei anni tutto l’esercito ne sarebbe stato dotato. In realtà le cose procedettero ben diversamente se nel 1860 il tenente Muller, docente di tecnica delle armi da fuoco presso l’Imperialregia Accademia Militare di Wiener Neustadt, rivelava in un rapporto ufficiale che il nuovo sistema era introdotto completamente presso i Cacciatori, per poco più della metà nella fanteria mentre non lo era affatto tra la cavalleria, ancora dotata totalmente di armi da fuoco sistema Console-Augustin. Purtroppo non è chiaro se il rapporto riguardasse specificatamente le nuove armi modello 1854 “sistema Lorenz” o se comprendesse altresì il nostro modello 1842/54.