Associazione
La Società Lombardo Veneta del Tiro ad Avancarica
Uno dei più antichi sodalizi di studiosi della storia risorgimentale e di appassionati del tiro con le armi ad avancarica si avvicina al suo trentacinquesimo compleanno. Fra i suoi fondatori figurano alcuni dei principali artefici della diffusione dell’avancarica in Italia.
Agli inizi degli anni Settanta del secolo scorso uno sparuto gruppo di collezionisti lombardi, riunito a casa del dottor Enrico Arrigoni, comincio’ ad avviare un progetto per la costituzione di una associazione avente per tema il tiro con le armi ad avancarica.
Si voleva emulare uno storico sodalizio torinese nato qualche anno prima ma, principalmente, era chiara sin da allora l’intenzione di rendere il tiro ad avancarica una logica conseguenza dello studio delle armi da fuoco antiche.
La fase preliminare non fu né lunga né complessa, tanto da dare vita quasi subito alla “Società Lombardo Veneta del Tiro ad Avancarica”: scriveva Enrico Tettamanti sul numero 1 di Avancarica, nel giugno 1999, che si trattò di Società, e non di Associazione, per ricordare la “Società dei Carabinieri Milanesi” fondata a metà Ottocento da un gruppo di patrioti meneghini allo scopo di addestrarsi al tiro in vista delle future battaglie del Risorgimento - Lombardo Veneta perché, benché nessuno si illudesse minimamente che l’Associazione potesse mai superare la ventina di soci, si sperava di riunirvi tutti gli appassionati residenti nel territorio del fu Regno Lombardo-Veneto.
La prima riunione di tiro si tenne il 14 maggio 1972 e lo scenario fu subito il poligono di Codogno.
Era stata definita riunione di tiro, poiché aveva costituito il primo approccio con lo sparo “quasi” agonistico per capire quali prestazioni potessero offrire le armi antiche; e così fu per tutto l’anno successivo, senza che nessuno osasse ancora parlare di “gara”.
Il vero problema, a quel tempo, era riuscire a far sparare bene un’arma, cosa non sempre fattibile visti i tipi di polvere nera disponibile fra i fondi di magazzino di qualche armeria. Laddove con i moschetti a canna liscia si poteva parlare di qualche risultato apprezzabile, tutto svaniva quando si cercava la precisione con i proiettili cilindro-ogivali.
Le prestazioni balistiche bibliografiche non coincidevano con quelle reali, sempre a causa della polvere nera inadatta, e ciò durò per qualche tempo, con qualche sporadica e incoraggiante prova con la polvere svizzera, o francese, e fino a quando non comparve sul mercato la famosa Black Silver, ritenuta più che buona, se non ottima, per l’attività agonistica.
L’anno 1972, comunque, può essere considerato quello della nascita ufficiale della Società, che in pochi mesi aveva raggruppato più di trenta soci. In occasione della prima gara sociale organizzata l’anno successivo si avvicendarono sulle linee di tiro circa cinquanta archibugieri; ma un altro evento importante fu la partecipazione alle gare di campionato mondiale in Inghilterra e, nel 1974, in Germania.
Con il campionato del Mondo organizzato a Codogno, il 27 e 28 settembre 1975 si può registrare il vero decollo internazionale dell’avancarica italiana e della Società Lombardo Veneta che, in collaborazione con gli Archibusié d’ Piemont, aveva organizzato l’importante manifestazione.
A tale scopo le due società costituirono la Federazione Italiana Associazioni di Tiro ad Avancarica, poi divenuto Comitato Nazionale Degli Archibugieri e oggi, con la stessa sigla, - C.N.D.A.- Consociazione Nazionale degli Archibugieri. A Codogno, comunque, i soci della SLV riescono a ben figurare.
L’aspetto storico e quello sportivo
La Società Lombardo Veneta, visto che sin dalla sua nascita ha coltivato lo studio delle armi antiche, ha sempre puntato sull’aspetto storico del tiro ad avancarica.
Tuttavia, non ha mai disdegnato l’utilizzo sportivo delle armi, che in certi casi si manifesta come una naturale conseguenza dell’oplologia: le buone qualità balistiche di un’arma unite all’abilità del tiratore possono condurre a piacevoli soddisfazioni agonistiche.
È ovvio, inoltre, che nello sport del tiro a segno confluiscano anche le moderne riproduzioni di armi ad avancarica, sia che esse costituiscano il primo approccio al mondo della polvere nera da parte del neo archibugiere, sia che diventino “compagne di gara” per lungo tempo.
Aspetto storico e sportivo, quindi. Entrambi sono stati consolidati con la creazione di alcune specialità di Tiro Storico, in cui il tipo di bersaglio, l’arma impiegata e le modalità di caricamento potessero riprodurre sia le condizioni d’impiego ottocentesco delle armi sia l’atmosfera competitiva.
Una opportunità, questa, per riprodurre, nei limiti del possibile, anche le uniformi storiche strettamente legate alle armi impiegate.
Tale studio, accurato in ogni dettaglio, ha condotto poi all’ulteriore aspetto di ogni cultore oplologico: la rievocazione storica.
Si tratta della ricostruzione di episodi del Risorgimento ripetendo, in un arco temporale compreso fra qualche ora e qualche giorno, lo svolgimento delle battaglie e la vita militare da campo. Diventano rigorosi, quindi, la scelta delle armi, dell’equipaggiamento e delle uniformi, ma anche l’addestramento, la sussistenza e la logistica: in poche parole, si dorme sulla paglia, si cucina il rancio seguendo vecchie ricette, si monta la guardia e ci si prepara alla battaglia.
La Società Lombardo Veneta ha ricostruito due reparti di fanteria austriaca all’epoca reclutati in Italia: il K.K.L.J.R. numero 44 “Prinz Alberico Barbiano di Belgiojoso” dell’epoca napoleonica e il K.K.J.R. numero 45 “Erzherzog Sigismund” del periodo risorgimentale.
La scelta è stata indirizzata verso i reparti austriaci perché nelle ricostruzioni storiche è necessario che qualcuno assuma del vesti del “nemico” ma anche per onorare la memoria di chi, per lealtà, per fedeltà alla parola, o per convinzione ha combattuto, e magari è morto, nelle file del fronte opposto.
Il Criterium Enrico Tettamanti
Il compianto Enrico Tettamanti, uno dei più importanti artefici della diffusione del tiro con armi ad avancarica in Italia, aveva ideato un trofeo di tiro basato su una serie di specialità che esulano da quelle agonistiche tradizionali.
Lo scopo era quello di consentire ai numerosi tiratori non agonisti di utilizzare le proprie armi in gare che potessero evidenziare una componente di tiro ludico e una di tiro storico, anche se quest’ultima è rimasta prevalente.
Si è scoperto così che sparare su bersagli posti a 300 metri, o verificare soltanto il raggruppamento dei colpi, o provare le pistole alla distanza di 50 metri, o
simulare il fuoco di fila della Fanteria di Linea destava notevole interesse e che, provando timidamente e con curiosità, il “giochino” cominciava a piacere a
molti tiratori.
La Società Lombardo Veneta del Tiro ad Avancarica ha voluto continuare la strada intrapresa attribuendo al trofeo il nome di Criterium e dedicandolo, ovviamente, al suo ideatore.
Il regolamento di tiro nelle gare del Criterium prevede alcune regole il cui obiettivo è quello di garantire l’utilizzo delle armi nella loro configurazione più originale possibile. Sono vietati pertanto tutti quegli interventi meccanici ed estetici di moderna concezione che possano alterare l’integrità storica dell’arma. Per quanto riguarda le repliche, invece, è necessario che siano riproduzioni fedeli di modelli originali di cui è dimostrata l’esistenza.
Importante anche seguire le modalità di caricamento allo stesso modo di come avveniva all’epoca in cui l’arma veniva utilizzata. Per le armi d’ordinanza, quindi, ci saranno le cartucce di carta confezionate nel modo e con proiettili il più possibile simili a quelli originali.
Nel Criterium sono inserite anche le gare di tiro al piattello, ospitate in uno dei campi dell’impianto tiravolistico di Ghedi: uno dei pochi campi dedicati esclusivamente al tiro con fucili ad avancarica, inaugurato nella primavera del 2003 e intestato a Enrico Tettamanti.
Conclusioni
Sono trascorsi oltre trent’anni, durante i quali la Società Lombardo Veneta del Tiro ad Avancarica ha visto passare nelle proprie file numerose persone e numerosi personaggi, ha plaudito per i numerosi successi dei propri soci, sia in campo nazionale sia in quello internazionale, ed è stata sempre molto vicina a tutti gli associati.
Ha anche attraversato momenti di grande tristezza nel dare l’ultimo saluto a quegli amici e parenti che, in un modo o nell’altro, hanno lasciato un ricordo indelebile.
Ha affrontato le critiche, immancabili in qualsiasi sodalizio, e ha superato numerosi ostacoli. Diceva Enrico Tettamanti: chi si occupa di armi antiche e di tiro ad avancarica non può essere che un gentleman. Sicuramente aveva ragione, e ogni socio della Lombardo Veneta, dentro di sé, può e deve sentirsi tale.
A cura di Vincenzo Tumbiolo