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Società Lombardo Veneta

  • La polveriera di Aubonne
  • Articolo di Franco Dell'Avo


Aubonne si trova nelle vicinanze del lago Lemano, tra Losanna e Ginevra; da li arriva la polvere nera svizzera che tutti conosciamo e usiamo per le nostre armi ad avancarica.

La fabbrica fu fondata nel 1853 e dal 1997 è diventata privata, pur rimanendo di proprietà comunale il terreno sul quale è costruita. Essa è situata, su di una superficie di circa 80.000 Mtq, in una piccola valle verde ed alberata, un po' lontana dal paese per evidenti ragioni di sicurezza, in fondo alla quale scorre un torrente che fornisce tuttora, come nel 1853, l'energia necessaria all'azionamento dei macchinari. Infatti nella parte alta della valletta una parte dell'acqua del torrente viene deviata in un canale che scorre lungo la valletta stessa;
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sul canale sono posizionate in serie le ruote a pale che girano sotto la pressione dell'acqua;
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il movimento viene trasmesso alle macchine tramite ruote dentate. Le ruote situate all'esterno dei fabbricati sono tutte di ghisa
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mentre in quelle che operano all'interno una delle due corone dentate è costruita in legno
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così da evitare scintille che potrebbero avere effetti disastrosi dato il tipo di prodotto lavorato. Da qualche decennio sono stati aggiunti alcuni motori elettrici che, normalmente in stand-by., garantiscono il funzionamento degli impianti in caso di scarsità di acqua.
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Il bello sta proprio nel fatto che, in condizioni normali, tutto va avanti come oltre 150 anni or sono.
La polveriera naturalmente non è aperta al pubblico ma abbiamo potuto visitarla in un ristrettissimo numero (tre persone in tutto) grazie all'interessamento del Sig. Mauro Grassi, titolare dell'Armeria Guns-Tech di Tenero (Locarno) e alla grande cortesia del Direttore Tecnico della fabbrica che ci ha anche concesso di fotografare quasi tutto, chiedendoci solo di non comparire nominativamente nell'articolo.
Seguendo una stradina di campagna arriviamo all'ingresso, segnalato da una piccola targa posta sula sinistra del passo carraio;
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appena entrati troviamo un piccolo cortile ai lati del quale stanno l'ufficio amministrativo e il piccolo laboratorio per le prove, e proprio di fronte all'ingresso un piccolo ma pesantissimo mortaio usato saltuariamente per dimostrazioni sparando una palla di circa 30 Kg.
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Dopo essere stati invitati a deporre in ufficio eventuali fiammiferi e accendini scendiamo all'inizio della piccola valle, dove comincia il ciclo produttivo che si sviluppa in una serie di piccoli fabbricati disposti lungo il canale, alla distanza di parecchie decine di metri tra l'uno e l'altro.

In qualità di estranei veniamo subito segnalati, con alte grida, da una coppia di bellissime oche che alloggiano in una casetta ai bordi del torrente.
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La prima struttura che incontriamo è il deposito della legna dalla quale si ricava il carbone.
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Ricordiamo che la polvere nera si ottiene da un miscuglio di nitrato di potassio (salnitro), carbone di legna e zolfo. Nel caso della polvere prodotta ad Aubonne le percentuali sono, in peso, 75% salnitro (proveniente da Medio Oriente e Sud-America), 25% carbone di legna (legno di ontano proveniente dal nord della ex Jugoslavia) e 25% zolfo (proveniente dalla Germania).
Il legno di ontano arriva in tronchetti di 30mm circa di diametro massimo; esso viene prelevato dal deposito, in quantitativi di circa 2 mt3 per volta, e caricato su un carrello di ferro che viene spinto a mano su rotaie nell'interno di un forno.
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Li viene riscaldato a circa 500° C. per 6-8 ore tramite aria calda che scorre in tubature all'interno del forno stesso; avviene così, in assenza di ossigeno, una combustione lenta che porta alla carbonizzazione.
Il carrello viene poi estratto dal forno e introdotto in una camera stagna.
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ove termina il processo di carbonizzazione e avviene il raffreddamento, al termine del quale il carbone è pronto ad entrare nel ciclo produttivo
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Lo zolfo, già abbastanza puro chimicamente, viene raffinato meccanicamente tramite una macchina che fa vibrare reti a maglia molto fine sorrette da telai
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Salnitro, carbone e zolfo vengono macinati e mescolati in un frantoio;

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il miscuglio viene mantenuto bagnato per evitare la formazione di polveri pericolose. Il tutto passa poi in un laminatoio dove, sotto una pressione di circa 30 tonnellate, un rullo lo riduce ad una lastra la quale viene frantumata con martelli di legno e raccolta in un cassone.
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I pezzi vengono quindi versati in una tramoggia e da questa, tramite un nastro trasportatore, portati alla sommità di una macchina a tre stadi.

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Al primo passaggio avviene una macinazione tra ingranaggi, al secondo e al terzo trafilature tra rulli che portano il prodotto allo spessore desiderato; in ogni fase le dimensioni della polvere vengono regolate tramite comandi a volantino posti al di fuori della camera di lavorazione (Le precauzioni non sono mai troppe).
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Ridotta così a grani, la polvere passa in cilindri rotanti
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all'interno dei quali viene burattata per togliere gli spigoli. La lavorazione successiva avviene in una macchina (l'unica che non ci è stato concesso fotografare) che separa i grani in base alle loro dimensioni; possono essere selezionate due granulazioni per ogni lavorazione, e i grani di dimensioni diverse da quelle desiderate vengono riciclati.
A questo punto la polvere è ancora molto umida; viene quindi messa ad essiccare in un locale a temperatura controllata, indi grafitata, insaccata e depositata in un magazzino dal quale verrà prelevata per essere inscatolata.
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e spedita agli acquirenti.
Per motivi di sicurezza tutti i piccoli fabbricati che ospitano i macchinari per le varie lavorazioni sono costruiti a buona distanza l'uno dall'altro; inoltre essi sono rinforzati lateralmente da pesanti terrapieni
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mentre le coperture sono realizzate con strutture molto leggere così che, in caso di esplosione, gran parte dell'energia sviluppata dai gas viene scaricata verso l'alto, in modo da non investire gli altri edifici.
Degli ampi spazi erbosi usufruisce un piccolo gregge di simpatiche pecorelle.
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Gli addetti agli impianti sono cinque, compreso il Direttore Tecnico che ci accompagna, e assicurano una produzione di circa 60 tonnellate all'anno.
Tralasciando quelle da mina che poco ci interessano, riportiamo qui di seguito la granulometria delle polveri in base alla loro denominazione:

Polvere N° 1 (4FG)   grani per grammo 10000-15000   dimensione grani mm   0,25-0,50

Polvere N° 2 (3FG)      grani per grammo 3000-3500    dimensione grani mm   0,50-0,80

Polvere N° 3 (2FG)      grani per grammo 1000-2000    dimensione grani mm   0,65-1,20

Polvere N° 4 (1 ½ FG)     grani per grammo 700-900    dimensione grani mm   0,85-1,20

Polvere N° 5 (1 FG)         grani per grammo 430-480    dimensione grani mm   1,20-1,60

Polvere N° 5 B               (per cannoni)         330-400   dimensione grani mm   1,00-2,20

Polvere N° 5 A               (per mortai)           300-500   dimensione grani mm   1,30-1,60

Alla fine della visita viene proiettato un breve filmato che riassume tutte le lavorazioni e mostra il mortaio in azione; naturalmente abbiamo chiesto se fosse possibile acquistare il DVD del film.
Ci è stato detto che esso è di proprietà di un ente militare e non viene venduto a privati, comunque ci hanno fornito l'indirizzo dell'ente suddetto e proveremo a richiederlo come SLV.
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